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Karate e Karate-Do
 

PRATICARE KARATE-DO:

 

     1) SONO SICURO DI AVER SCELTO LA GIUSTA ORGANIZZAZIONE ? 

    

     2) SONO SICURO DI AVER FATTO UNA RICERCA ACCURATA SU QUESTA ORGANIZZAZIONE?

 

     3) SE SI, HO INDAGATO SUL SUO CORRETTO MODO DI FARE ?

 

     4) CHI SONO I SUOI MAESTRI ?

 

     5) HO VISIONATO IL LORO CURRICULUM ?

 

     6) SE SI, HO ACCERTATO ANCHE UNA NECESSARIA CERTIFICAZIONE SCIENTIFICA ?

 

     7) HO OSSERVATO IL LORO COMPORTAMENTO:  a) CON GLI ALLIEVI

           b) CON ALTRE PERSONE

8) COME HANNO OTTENUTO GRADI E QUALIFICHE ?

   

PONIAMO ATTENZIONE A CHI VENDE LA PROPRIA IMMAGINE MOSTRANDO MAGGIORMENTE COPPE E MEDAGLIE SENZA UN EFFETTIVO PERCORSO MARZIALE…                                                         

     

LA CONOSCENZA.... E’ LEGATA  SOLO ALL'ESPERIENZA: CULTURALE E PRATICA....!

 

 

IN REALTA' IL KARATE-DO NASCE PER ESTREMA DIFESA , VOLTO A DIFENDERE LA PROPRIA E L'ALTRUI VITA. A SEGUITO DI CIO' LA CONOSCENZA DELLE SCIENZE UMANE  E' INDISPENSABILE PER POTER GESTIRE E RISOLVERE RAPIDAMENTE OGNI SITUAZIONE DI PERICOLO ......

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L'attività esclusivamente sportiva conosciuta ai molti come "Karate", nasce con l'esigenza di educare e far giocare i bambini ed è finalizzata a collezioni di medaglie e pseudo titoli;

dunque è impropriamente confusa con il Karate-Do.

   

Sin dall'inizio dei tempi l'attività sportiva per chi pratica Karate-Do,  era ed è inclusa solo in minima parte, assumendo esclusivamente una valenza educativa motoria.

Nel Karate-Do sono comprese tutte le altre qualità che insieme compongono un percorso su cui fondare il giusto individuo, prossimo a confrontarsi con la società, per cui l'importanza data solo a risultati sportivi, confonde e indirizza in modo sbagliato il povero praticante che sarà abbagliato da questa voglia di apparire invece che di "essere".        

-Meditate gente, meditate !.....

Kumite Tradizionale      Kumite Sportivo      Kata      Codice Gojuryu      Punti sensibili

Il combattimento JIYU (libero) nel GOJU-RYU karate-do prevede una corta distanza, dove si inseriscono non solo la totalità delle tecniche acquisite come: attacchi, parate, leve e proiezioni ma, un accurato studio dei punti da colpire, rendendo davvero consapevoli i praticanti maturi che passano in questa fase di consapevolezza della vera efficacia del Karate-do, evitando combattimenti animaleschi (soliti inutili confronti basati solo sulla forza), oppure esclusivamente competizioni sportive (solo attività motoria, niente a che vedere con l'arte Marziale) dove non si ha la minima idea del karate-do.

 

 

 

 

Kumite Tradizionale

 

Metodologia di allenamento

 

INDIVIDUALE

Kihon kumite: Tecniche di base fondamentali per acquisire pratica: Shiho-ido, Happo-ido,

Nekoashi kihon-ido: Combinazioni di tecniche in movimento su 13 posizioni.

Ooyoy-ido: Combinazioni di tecniche in movimento su 11 posizioni.

 

A COPPIE

Yakusoku kumite :

Ippon, Nihon, Sanbon, Nekoashi kumite, Yonhon kumite, Nanahon kumite, Gohon kumite, Roppon kumite

 

 

 

 

 

ALLENAMENTO INDIVIDUALE

1) Allenamento con ombre.

2)Allenamento mentale: immaginando un combattimento

 

ALLENAMENTO A COPPIE

Heiko ho: Combattimento in posizione Heiko dachi.

Ippon ido ho: Si può fare un solo passo, avanti o indietro.

Shikake e Machi kumite: Chi attacca utilizza finte, chi difende para e contrattacca.

Awase kumite: Simile al jiyu, con tutto il repertorio di tecniche acquisite ma in modo lento.

Jiyu kumite: Combattimento libero, si valutano Tecnica, Potenza, Carattere.

 

 

IL KUMI TE (significato: KUMI = incrocio TE= mani)

Kumite, è una forma di esercizio con il partner che prepara al combattimento.

Il Kumite si divide in due parti: YAKUSOKU KUMITE e JIYU KUMITE.

 

Yakusoku kumite: ha lo scopo di insegnarci l'utilizzo di tutte le tecniche di base con il partner, per poter provare la loro efficacia. Prima di ogni allenamento, gli avversari, d'accordo con il proprio Maestro, scelgono la tecnica per eseguirla. Bisogna fare molta attenzione soprattutto sulla velocità e la forza come anche sull'utilizzo delle combinazioni (RENZOKU WAZA). In questo modo l'attaccante impara ad usare tutte le tecniche, mentre il difensore para e contrattacca con tecniche che dovrà scegliere in base alla situazione.

Yakusoku kumite: comprende anche l'insegnamento delle distanze (MAAI), del tempismo, dello sguardo e l'attenzione sulle azioni del partner, la posizione corretta (DACHI), la posizione del corpo (SHIZEI), e anche la posizione sulle parate e sul contrattacco, in modo che si diventa pronti per un vero combattimento (JIYU KUMITE)

 

 

JIYU KUMITE

 

I praticanti che si accingono al Jiyu Kumite devono essere in grado di tener presente lo "Spirito", sempre presente nel Kumite del Goju-ryu Karate-Do, questi dovranno per prima cosa familiarizzare con le caratteristiche delle "Tecniche" di Kumite del Goju-ryu.

Lo Spirito:

Gli obiettivi degli attacchi e difese nel Jiyu Kumite tradizionale del Goju-ryu sono lo sviluppo delle sue tecniche, così come l'addestramento per il suo "spirito" di combattimento.

Mentre si combatte, gli attacchi e le difese dell'opponente saranno rivolti contro di te proiettandoti e concentrandoti sullo sviluppo della lettura dell'altra persona .

Nel corso del combattimento, perciò devi sempre ricordare di essere grato al tuo opponente.

Nell'eventualità che il livello del tuo opponente è più basso, non si deve continuare ad attaccare quella persona in maniera unilaterale; in questo modo, dimostri solo ostentativamente di come sei forte, questo sarebbe davvero scortese nei propri confronti attivando una profonda contraddizione. Se le due persone prendessero parte al Kumite con possibilità di attaccare l'un l'altro in maniera emotiva, il Kumite non costituirebbe più una competizione.

E' positivo avere uno spirito di combattimento vigoroso, ma mentre si attacca bisogna ricordare di avere " rispetto per l'opponente". Controllare le emozioni correttamente daranno luogo ad un efficace controllo di pugni e calci, ed eleverà anche la dignità del Karate-ka. Le tecniche decisive si usano esclusivamente in maniera controllata. Pugni e calci controllati non si intendono meno efficaci, ma evidenziano la capacità di eseguirli con una giusta distanza così che la competizione è più sicura mentre mantiene la sua efficacia, ovvero, usare tecniche chiamate "movimento e arresto" o "fermo al punto di impatto" anche perché come già detto, l'obiettivo di ogni tecnica è definitiva .

Le Tecniche:

Il Kumite nel Goju-ryu, come indicato dal suo nome, comprende combinazioni continue di "duro" (GO) e "morbido" (JU), una combinazione di forte e debole, una combinazione intricata di movimenti lineari e circolari. Una piccola quantità di potenza può essere usata per ritorcere l'attacco dell'avversario contro di lui, ed un'altra parte può essere utilizzata con molte tecniche che si concentrano sulle scienze fisiche. Quello che caratterizza il Kumite del Goju-ryu è che i due karateka prendono parte ad attacchi e difese in una varietà di tecniche continue (renzoku waza) che lottano in serie di chiusura. Chi "Blocca" (uke) non intende separarsi o scappare dal suo oppositore. La serie di tecniche vicine che distanziano per "bloccare" sono uguali a tecniche per "attaccare", così sia gli attacchi che le difese non sono separate nel Kumite del Goju-ryu. Si eseguono movimenti continui in serie di chiusura dove è difficile accellerare, uno deve dimostrare la piena potenza applicando forza che utilizza per far girare il corpo, le anche e le spalle continuamente. Moltissime azioni dovrebbero essere basate su moti circolari rispetto all'asse principale, gli attacchi e le difese dovrebbero essere basate su intuizione. Si possono assumere diverse posizioni (tachi-kata), ma la posizione preminente è il "neko-ashi dachi" associata con l'immagine caratteristica del Goju-ryu. Questa posizione ha il vantaggio di adattare rapidamente la risposta alle tecniche e alle situazioni che cambiano continuamente dal suo oppositore, mentre si riesce facilmente a creare transizioni su altre posizioni.

Il Sommario:

Il Jiyu Kumite offre una grande opportunità di dimostrare tutte le tecniche che si hanno appreso nel corso dell'intero addestramento. Nel Jiyu Kumite non saranno valutate solo tecniche singole, ma anche capacità complessive della persona, compreso il carattere. Ci sono individui con grosse capacità di potenza e resistenza ma con tecnica povera, o persone che hanno un buon aspetto e vanno a tutta velocità ma non hanno capacità di resistenza, o persone con un alto livello di tecniche ma mancano in controllo facendo troppo "contatto" senza riguardo e senza distanza, o persone grezze che mancano di atteggiamento e carattere, non sono considerate solo il numero di tecniche che la persona possiede ma anche la natura umana di quella persona che è esposta attraverso il Jiyu Kumite. Prima di tutto bisogna avere un rispetto corretto, dunque il Kumite deve essere eseguito con moderazione e dignità.

 

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Kumite Sportivo:   

 

Il Kumite sportivo si basa semplicemente su  tre/quattro tecniche di gamba e tre/quattro tecniche di braccia.

I Kata per adesso mantengono la caratteristica  degli stili, nonostante molte influenze per poterli variare, mischiare o inventare.

Nello sport, ambedue le specialità vengono allenate fino alla nausea per ottenere il massimo nell'esecuzione spettacolare della tecnica.

Il Karate: nonostante i diversi problemi politici ed economici,  è la seconda attività praticata al mondo, con circa 52 milioni di persone, (in sordina e senza essere alle Olimpiadi).

Nonostante la confusione e la frammentazione di questa nobile arte, i praticanti aumentano continuamente, la scissione, inevitabile semplifica le molteplici attività del vero karate-do (vedi: "Karate sportivo", " kick boxing",  "Taekwondo",  "Full, Semi e Light combat ecc. ecc.) attività concentrate quasi tutte sul combattimento, sul confronto di forza.

Ma..............Attenzione!

Dobbiamo immaginare il Karate-DO nella sua totalità, come una mano completa con le sue cinque dita, ognuno di queste dita rappresenta un elemento inseparabile per  avere la  totale funzionalità della mano, altrimenti diventa mutilata.

 

Lo Sport Karate rappresenta solo il mignolo della mano; e il resto?..........

La voglia di emergere, l'orgoglio di avere un titolo, il percorso di facile pratica (rispetto alla complessità del Karate-DO)  avvicina moltissime persone, piccole e grandi, inizialmente con molta fantasia (crede di fare un percorso da vero KARATE-KA), ignaro però che chi insegna "SPORT" ha solo delle nozioni sul vero KARATE-DO.  I neofiti vengono indirizzati dai falsi maestri chiamati tali nonostante la loro attività inizia e termina solo con l'insegnamento sportivo, (alcuni, con qualche corso acquisito chissà dove, altri pseudo-insegnanti di ginnastica con il pallino del Karate).  Bisognerebbe invece essere in grado di spiegare le vere differenze prima di prendere proprie iniziative a discapito dei poveri ignari.

 

 

Karate, Disciplina e Sport

La diffusione del Karate ad opera dei maestri giapponesi, si basò sin dall’inizio su due diverse dimensioni:

- Il “DO” : inteso come “via”;

- Lo SPORT: la competizione esclusiva di “KUMITE E KATA”.

 

I due aspetti vennero proposti per mezzo di tecniche elaborate nei secoli, spesso diversificate nei vari stili, e per mezzo di una metodologia dell’allenamento.

È evidente che il "DO" come via, in quanto si pone sul piano educativo, risente nel contesto politico-socio-culturale nel quale si è sviluppato, vale a dire che il progetto educativo che lo anima è funzionale alla società Giapponese.

Dal momento in cui il “DO” esce dal Giappone e si diffonde in Italia, dove ancora oggi si confronta con altri contesti politico-socio-culturali, con sistemi educativi diversi per obbiettivi, mezzi, metodi e sistemi di valutazione. Tale processo è ancora in corso e pare che ovunque siano stati recepiti alcuni aspetti del "DO" e rifiutati altri. Tuttavia il problema non è soltanto il "DO" in se, ma il metodo indifferenziato che è stato proposto in funzione del progetto educativo, ed in funzione della competizione. La stessa tecnica, è rimasta quella originaria soltanto nei Kata (stili), è stata in vario modo sottoposta ad una evoluzione. Ciò è sotto gli occhi di tutti. Ma veniamo al dunque:

la proposta fatta all’origine - "DO" e COMPETIZIONE - fu estremamente efficace per diffondere il Karate su scala mondiale, fatto che diede luogo all’organizzazione mondiale (WUKO). Alle organizzazioni intercontinentali, internazionali, nazionali e regionali.

L’anima sportiva del Karate però si sviluppava secondo i meccanismi sociali e le motivazioni individuali (psicodinamici) che diedero vita al fenomeno mondiale SPORT, ed entrava in contatto con le scienze biologiche, psicologiche, metodologiche, e tecnica più avanzata. Questo impatto ne ha determinato l’attuale indirizzo (siamo appena agli inizi) che poco ha in comune con il "DO" nella sua eccezione giapponese.

La proposta originaria e i fattori economici e politici hanno dato luogo a turbolenze sia sul piano concettuale, sia sul piano organizzativo e ciò ha impedito e impedisce tutt’oggi l’ingresso del Karate alle Olimpiadi. Il Karate è una realtà di straordinaria bellezza ed efficacia e come tale merita tutti i nostri sforzi per trovare una soluzione razionale ed efficace  ai  suoi problemi.

Ogni nazione ha il karate che merita, ve ne sono alcune dove l'abbinamento "DO" e COMPETIZIONE convive e ne utilizza i lati positivi di ambedue, altre invece che addirittura disconoscono la "VIA" e inculcano solo la metodologia SPORTIVA come credo. Veniamo dunque ad analizzare il piano sportivo. Si è detto che lo SPORT è un fenomeno mondiale realizzato dalla creatività umana e come tale va analizzato nei suoi tratti caratterizzanti. Dal punto di vista sociologico.

Lo Sport è un sistema di regole che danno un preciso indirizzo e precisi limiti al comportamento dell’individuo, sia nell’aspetto di interazione, sia in quello motorio.

 

Esso si caratterizza in quanto è semplicemente:

 

1.    1) UNA SITUAZIONE MOTORIA

 

2.    2) UN MOMENTO DI CONFRONTO AGONISTICO ,  UNA COMPETIZIONE  REGOLAMENTATA.

 

3.    3) UNA REALTÀ RICONOSCIUTA,  FATTO CHE ESCLUDE ALTRI TIPI DI GIOCHI MOTORI.

 

Sostanzialmente lo sport rappresenta ed esprime una MOTRICITÀ LUDICO-COMPETITIVA  riconosciuta, codificata ed organizzata.

All’interno di questo sistema di regole, sul piano del rito sportivo, l’individuo può misurarsi con gli altri individui su terreno neutro, al di fuori dei ruoli socialmente organizzati. Questo tipo di confronto non ha implicazioni esistenziali di una certa importanza in quanto avviene in una DIMENSIONE RITUALE,  SIMBOLICA e con regole diverse che configurano questa situazione di lucidità sportiva.

Nella competizione sportiva è dunque possibile misurarsi con chiunque sulla base di capacità e abilità neuro-psico-motorie specifiche, senza con ciò mettere in discussione aspetti esistenziali che farebbero scattare inevitabilmente meccanismi di autodifesa.

L’agonismo che sta alla base del rito sportivo, è la forma più elevata e socializzata di competizione fra uomini, perché questo misurarsi non è di tipo conflittuale (ostile) non tende ad intromettersi e soffocare il progetto esistenziale dell’avversario, ma lo rispetta e la supremazia acquistata è solo una simbolica affermazione.

Nel Karate in particolare l’obbligo di controllare i colpi concretizza in modo straordinariamente elevato il concetto di espressione socialmente accettabile dell’aggressività, rispetto per l’essere umano che è insieme partner e avversario all’interno del rito sportivo.

Questa è l'informazione che si deve dare a chi si avvicina a questa straordinaria arte marziale e se capita anche dal "giusto Maestro", potrà scegliere il percorso per cui si prefiggeva inizialmente. L'importante è essere al corrente delle varie differenze e limitazioni su quello che si fà.

 

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Kata:

 

 

TAIKYOKU KATA

L'idioma "TAIKYOKU" viene pronunciato "TAI CHI" nell'arte cinese del TAI CHI CHUAN. Tuttavia, in termini di movimenti, non vi sono alcune somiglianze fra i due. E’ il significato della parola che conta. Secondo la tradizionale filosofia cinese l'idioma indica un fenomeno "che ha origine dall'universo" e viene usato per indicare qualsiasi cosa che si ritiene eterna. In Okinawa, oltre a quelli del Goju-Ryu di Chujun Miyagi, ci sono altri Kata chiamati TAIKYOKU che sono stati pensati da Gichin Funakoshi e, anche ora i movimenti sono piuttosto differenti da quelli del Goju-Ryu. Taikyoku letteralmente significa "primo percorso". Significa anche secondo il traduttore del Karate-do Kyohan:"…un termine filosofico indicante il macrocosmo, le sue differenze nel paradiso e sulla Terra (energia e altro): quindi e’ il caos del vuoto". Le versioni Goju-Ryu sono state adattate ad alcuni aspetti dello stile Goju, come lo Shiko Dachi e il Sanchin Dachi. Tutti quanti seguono la struttura ad 'H'.

Nel Goju-Ryu ci sono cinque serie di Kata Taikyoku, ed ogni serie ha una doppia applicazione come è mostrato qui sotto.

Taikyoku Jodan Ichi Taikyoku Jodan Ni
Taikyoku Chudan Ichi Taikyoku Chudan Ni

Taikyoku Gedan Ichi

Taikyoku Gedan Ni
Taikyoku Kake Uke Ichi Taikyoku Kake Uke Ni

Taikyoku Mawashi Uke Ichi

Taikyoku Mawashi Uke Ni

 

FUKYU KATA

Gekisai-dai-ichi

Gekisai-dai-ni

 

Gekisai letteralmente significa distruggere,"Dai Ichi/Ni “ indica il numero (uno/due). Questo Kata è stato creato dal fondatore del Goju-Ryu di Okinawa, Miyagi Chojun Sensei. E’ formato da tecniche basilari che facilitano l'apprendimento di quelle più complicate presenti nei Kata classici a partire dal Saifa.

 

   

KIHON KATA

Sanchin

Sanchin significa "tre battaglie". Non si riferisce a combattimenti reali, ma ad una battaglia interiore del corpo, a mani nude, alla mente e allo spirito. E’ un kata molto impegnativo, che costringe i muscoli ad una costante tensione, così come è difficile la respirazione 'Ibuki'.

Sanchin è caratterizzato dal rumore della respirazione concentrata e intensa  e dalla posizione Sanchin Dachi, tipica del Goju-Ryu. Questo kata è considerato come una forma di base, portatrice dell’essenza del Goju-Ryu. Praticandolo si impara a concentrare la forza attraverso la respirazione e la tensione dei muscoli del corpo. Sanchin rappresenta la durezza e la forza (go) della scuola Goju-Ryu e le simboleggia.

HEISHUU KATA

 

Tensho

Creato da Chojun Miyagi dopo aver studiato l’arte cinese del combattimento della scuola del Sud (Rokkishu). Significa ‘movimento fluido delle mani’.  E’ una combinazione tra la  forte tensione muscolare della respirazione ‘ibuki’ (go) e il movimento dolce e scorrevole delle mani aperte (ju), facendo provenire l’energia dal Tandem.  Tensho è il kata complementare al kata Sanchin; insieme compongono la coppia Go-Ju.

 

KAISHUU KATA

Saifa

 Letteralmente significa strattonare e colpire attraverso tecniche di presa un avversario che attacca. E’ il primo dei kata Goju-Ryu classici, ovvero quelli  trasmessi da K. Higaonna e modificati da  Chojun Miyagi. Questo kata e’  composto principalmente da tecniche che si      basano sul seguente principio: attaccare immediatamente con la mano che ha appena parato.

Seiunchin

 Significa “seguire liberamente (il cambiamento della situazione di combattimento)” ma le traduzioni di questo antico kata cinese sono molteplici. Il suo nome cinese e’ Seiyunchin: yun designa il movimento e jing”forza o ’”energia”. Seienchin e’ quindi il kata attraverso il quale si impara e si acquisisce un’energia mobile che segue adeguatamente la situazione mutevole del combattimento. Nel kata vengono usate le gambe solo per lo spostamento,non per dare calci. La tecnica delle gambe,lo spostamento,permette di assicurare una migliore efficacia alle tecniche di mano.

Sanseiru

In caratteri cinesi Sanseru corrisponde al numero 36. Simbolicamente e’ dato dal prodotto 6x6; i primi 6 numeri rappresentano gli occhi,le orecchie,il naso, la lingua, il corpo e lo spirito; i secondi 6 simbolizzano i colori, la voce, l’olfatto,il gusto,il tatto e la giustizia.

Shisochin

 Il nome cinese e’ “ Shi zhen jing: shi significa “vera potenza”,zhen indica l’atto di strangolare o di premere, jing significa “forza” o “energia”. Questo nome quindi indica il kata attraverso il quale si imparano tecniche di attacco con strangolamento e pressione (ed anche la difesa da queste). In effetti, in questo kata,si impara a liberarsi dagli attacchi di strangolamento e di leva,    a schivare le  tecniche di proiezione ed a contrattaccare, rompendo il braccio dell’avversario con il gomito.

Seipai
“18 mani”

Seipai significa 18. Questo kata infatti si compone di 18 tecniche fondamentali di colpi di pugno, calcio e parata. Ovviamente il numero 18, dato da 6x3, ha anche un significato simbolico: 6 ha lo stesso valore del secondo 6 del Sanseru,il 3 rappresenta il bene, il male e la pace. Questo kata esprime il vero spirito di Okinawa: l’insieme delle tecniche morbide e circolari (il principio JU) e di quelle dure (il principio GO).

Seisan

”13 mani”

Il nome di questo kata probabilmente e’ una traduzione dell’ espressione cinese “shi san shi”, che significa “le 13 energie”. Secondo l’Yi jing, il libro dei   Mutamenti, uno dei grandi testi classici cinesi, i fenomeni dell’ universo si manifesteno attraverso 13 energie. Il numero 13 inoltre rappresenta la fortuna e la prosperita’.

Il kata  ricorre a tecniche di presa  e controllo dell’avversario mentre si colpisce una parte debole del suo corpo. Seisan enfatizza il combattimento  ravvicinato usando tecniche di pugno corte e di calci bassi che si aprono varchi nelle difese nemiche. Seisan e’ un kata molto impegnativo ed estremamente importante nel Goju-Ryu  e richiede molte ore di studio.

Kururunfa

 Il nome cinese e’ Kun lun fa, che indica il metodo di kun lun, metodo insegnato al tempio buddista del monte Kun lun. In questo kata compare una guardia chiamata Yame gamae, ”guardia del monte”.

Come Seisan, Kururunfa ha movimenti morbidi seguiti da altri  veloci e potenti; tuttavia nel Kururunfa la differenza fra “duro” e “morbido”   e’ molto marcata. Questo per via delle tecniche lente e concentrate che sono seguite da una breve pausa e da una serie di colpi esplosivi e devastanti; quindi il ciclo si ripete.

Suparimpei

”108 mani”.

Questo kata ha un significato particolare nel buddismo. Infatti nel pensiero buddista ogni essere umano ha 108 passioni cattive, portatrici di sventura, che deve sforzarsi di dominare nel corso della vita. Nei templi buddisti, il 31 Dicembre, a mezzanotte, le campane suonano 108 rintocchi per cacciare questi spiriti. Il numero 36 (3x36) ha lo stesso significato dei kata Sanseru e Seipai.

Suparunpei e’ il piu’ lungo kata del Goju-Ryu. Esso utilizza un grande numero di tecniche e contiene il maggior numero di  applicazioni e significati profondi. E’ considerato una sintesi tecnica della scuola Goju-Ryu.  Comincia con Sanchin e prosegue con tecniche di Mawashi-uke, di calci, di tobi-geri e diverse forme di parata. Le tecniche che contiene sono parecchie, percio’ questo kata si trova alla fine dell’apprendistato tecnico di questa scuola. Si dice che chi ha padronanza del kata Suparinpei abbia la padronanza del Goju-Ryu.

 

 

 

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Codice Gojuryu

Questo capitolo vi farà capire come funziona l’attività nel Goju-ryu Karate-Do, con un elenco di programmi di studio:

 

Dopo il rituale d'inizio si entra nel contesto di apprendimento delle tecniche reali.

Questi metodi fanno del Goju-Ryu Karate-Do una delle arti più belle e più dinamiche.

 

Prima di tutto, bisogna assolutamente imparare: il saluto, l'alzarsi in piedi, il muoversi nel contesto, parare, colpire, dare calci, proiettare, cadere, eseguire leve

solo successivamente si può entrare nella vera fase di studio.

 

Nell'apprendere il Goju-Ryu Karate-Do, effettuiamo l’attività su quattro categorie di allenamento.

Due categorie sono classificate come minori e due come principali, all’interno di queste vi sono ancora delle ulteriori suddivisioni.

Le minori vengono chiamate "Kihon" e "Ido".

Queste due categorie sono il fondamento per il "Kata," e il "Kumite" insieme alle tecniche che comprendono i principi fondamentali del  Goju-Ryu Karate-Do.

 

Devo dare risalto al considerevole tempo che si passa sull'apprendere  tecniche e  metodologie per difendersi. Se non si è capaci a difendersi da un colpo o da una percossa, non si dovrebbe imparare a tirare colpi o calci ; ma come in tutte le forme tradizionali di karate-Do, parare è la prima tecnica  da tenere presente.

È logicamente  il motivo più importante, più razionale, perché non si può diventare offensivi se non si è capaci a difendersi.

Questa teoria la troviamo spesso ad ogni livello durante il sistema di apprendimento.

 

Il “condizionamento” viene eseguito durante il Kihon (principi fondamentali da fermi) e il Kihon-Ido (principi fondamentali con spostamenti). Nel " Kihon" (prima categoria minore), ci esercitiamo sulle tecniche stazionarie, utilizzando il principio della parata, del colpire e del dare calci.

Nell’"Ido", (seconda categoria minore)  è concentrato l’uso del movimento di gambe, abbinate a tecniche del kihon:  parare, colpire e dare calci.

In "Ido", le suddivisioni  "Kata-Ido", "Shiho-Ido", "Happo-Ido", "Neko-Ashi-Ido" e "Oiyoi-Ido", sono programmi preparatori e funzionano come esercitazione e transizione fra i programmi minori ed i programmi principali "di Kata" e "Kumite".

"Kata-Ido" lavora su esercitazioni di rotazione in preparazione per i Kata. I Bunkai servono per capire l'effettiva applicazione delle tecniche espresse nei Kata e inoltre allenano tecniche reali di difesa personale.

 "Shiho-Ido", "Happo-Ido", "Neko-Ashi-Ido" e "Oiyoi-Ido" lavorano su esercitazioni di tecniche combinate in preparazione per il Kumite. Ciò che segue è una versione del profilo delle categorie di base: le due categorie principali sono chiamate "Kata" e "Kumite".

Kata è un insieme di Forme, di modelli convenzionali, in cui prevediamo un combattimento contro avversari immaginari.

Considerando che il Kumite è un'esercitazione con avversario reale. Il seguente profilo elenca molte delle esercitazioni differenti eseguite nel Dojo dove si pratica il Goju-Ryu Karate-Do, i vari Yakusoku kumite precedono l'effettivo combattimento.

Il codice categoria  organizza ragionevolmente un pensiero semplice quando c’è un obiettivo di conclusione in mente. Ottenere a tale scopo l'obiettivo, è semplice come tracciare una linea retta: ma soltanto agli istruttori con effettiva esperienza.

 

 Gli errori di un istruttore dovrebbero essere oscurati dalla qualità dell’insegnamento e dall'obiettivo finale per realizzare il codice di categoria. Ovviamente si inizia rispettando l’etichetta del codice di categoria e dai rituali tradizionali dell'apertura e chiusura, ogni codice categoria inizia con: jumbi-undo (esercitazioni di allungamento,  preriscaldamento e condizionamento), subito dopo, l’istruttore dovrebbe entrare nei Kihon (principi fondamentali). Questi Kihon non sono necessariamente specifici del Goju Ryu, ma dell'obiettivo del codice di categoria specificato. I principi fondamentali, forniscono la forma più grezza della tecnica e non devono includere il lavoro di gambe oppure, devono essere soltanto lavoro di gambe.

Unendo solo dopo le tecniche del Kihon con una serie avente movimenti di Kihon-Ido. La combinazione dei punti di base con le parate, gli attacchi o le percosse dovrebbero essere presentate generalmente nelle sezioni prima della combinazione.

Entrando  poi nel contesto sequenziale dei Kata le tecniche saranno inventate (vedere inoltre i preamboli, l’ istruzione dei Kata, e i movimenti del corpo). La sequenza finale del codice di categoria è il Kumite, offrirà all'allievo l'opportunità di applicare le tecniche dal Kihon  (programma del codice categoria di base). Lì, può dipendere ancora dalla presenza dei gruppi d'età e, dai gradi degli allievi che si devono seguire.

I programmi per bambini, donne incinta e persone con Handicap , possono essere cambiati dal  codice di categoria per gli ovvi motivi.

 

Gli articoli esercitati in un codice di categoria generale, contengono tutti i fondamenti elementari richiesti per un principiante attraverso le fasi di graduazione fino alla cintura marrone.

Prima dell'introduzione al Kata Sanchin, l'allievo deve avere una conoscenza per capire le fasi astratte, capaci ad immaginare prima di fare.

Bisogna iniziare sempre con le TECNICHE di base, prima  dell'ISTRUZIONE ORGANIZZATA, il Rei        (saluto) nel processo didattico del Goju-Ryu Karate-Do è obbligatorio anche verso le persone all'esterno del tatami, l'insegnante deve ricordarsi di comunicare ed esporre i molti punti e funzioni ad un allievo.

L'istruttore del codice di categoria dovrebbe  realmente insegnare quello che è efficace e correggere sempre gli allievi, anche mentre si è fuori tempo, altrimenti non è più insegnare, ma solo dimostrare. E’ difficile da ricordarsi ma, un nuovo istruttore  è ansioso di far  imparare all’allievo l’effettuare bene una nuova tecnica, mentre ignora che l'allievo è sopraffatto da difficoltà di memorizzazione motoria. Mai correggere un altro istruttore mentre è sul tatami e soprattutto mentre stà insegnando, farlo, potrebbe realmente compromettere la credibilità dell'istruttore, inoltre la vostra capacità sarebbe discutibile. Invece bisogna attendere ed offrire un punto di vista alternativo! Anche un istruttore o un allievo che si usa per la dimostrazione sta insegnando, dimostra una dimensione di 2 angoli (lo spazio tridimensionale, frontale e laterale). La dimostrazione è data dalla prestazione e dall'applicazione. Utilizzare le cinture superiori come  meccanismi di dimostrazione e d'istruzione.

 

 Dovrebbe esserci cura ai molteplici metodi d'istruzione. La cura dovrebbe  essere presa per riconoscere i differenti tipi di modelli imparanti, e che le varie classi di allievi  registrino le giuste metodologie d'istruzione prima di arrivare all'obiettivo finale per effettuare la tecnica adeguata.  

Il Dojo tradizionale, utilizza le terminologie giapponesi, ed il lavoro dell'istruttore è anche quello di insegnarle e tradurle correttamente. Non c’è nulla che un allievo non può imparare, il risultato dipende solo dall’insegnamento corretto.  

I complimenti per esempio sono strumenti d'istruzione eccellente.

Lodando un allievo prima di fare delle correzioni, si introduce un atteggiamento positivo sia nel codice categoria che nella nozione,  l'allievo che sta facendo bene avrà un atteggiamento costruttivo verso l’apprendere  nuove  applicazioni corrette. Dovrebbe essere usato prima di fare le correzioni ed ancora dopo avere fatto le correzioni. (elogio, correzione e ancora  elogio).

Molti, per ottenere risultati usano urlare, con atteggiamenti da arrabbiato o addirittura da aggressivo, ma con questo modo di fare, l'allievo spegnerà semplicemente la sua volontà ad imparare e possono essere anche causa di perdita di rispetto: verso l'insegnante, il Dojo e il Karate-Do.

La punizione per comportamento senza regole dovrebbe essere comminata solo dai genitori degli allievi e/o dal Maestro a capo di tale Dojo.

I comandi avvengono quindi  in altre forme, per esempio usando un allievo per dimostrare le qualità delle tecniche di categoria e quell'allievo  diventerà più entusiasta verso il karate-Do.

La sua lealtà e l' atteggiamento nel codice di categoria  migliorerà, perché lui riterrà di appartenere al Dojo, come fosse la sua famiglia.

Man mano, si includeranno altre regole di base ma mai obbligare nessuno a fare tutto quello che è nel codice categoria.

Qualunque istruttore, se ha interessi personali , dovrebbe assolutamente essere sostituito.

Ricordarsi ancora che un principiante non è capace di eseguire neppure le tecniche più semplici e si dovrebbe dare spazio persino alle cinture verdi o marroni , in occasione all’apprendimento di una nuova tecnica o di un nuovo percorso, come quando si era cintura bianca.

 

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Punti vitali

  1) Sutura coronoide

  2) Fontanella frontale

  3) Tempie

  4) Occhi

  5) Orecchie

  6) Processo mastoideo

  7) Philtrum

  8) Mento

  9) Collo

10) Gola

11) Cavitàsuprasternale

12) Cavità supraclavicolare

13) Asse centrale post.

14) Settima vertebra cerv.

15) Sterno

16) Processo xifoideo

17) Ascella

18) Quarta vertebra torac.

19) Prima vertebra lomb.

20) Estremità coccigea

21) Sotto l'ombelico

22) Testicoli (e nervo prost)

23) Settimo spazio interc.

24) Estremità 11° costa

25) Regione inguinale

26) Bicipite (laterale)

27) Avambraccio

28) Piega del polso

29) Piega del polso

30) Mano (tra polli.e med.)

31) Mano (tra anul.e mign)

32) Coscia inferiore

33) Ginocchia (post.)

34) Caviglia (interno)

35) Caviglia (esterno)

36) Piede (piega tra seconda e terza articolaz. metatarso-falangea)

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TESTA

 

PIRAMIDE DEL TEMPORALE O PROCESSO MASTOIDEO (6)
Colpi col taglio della mano, (Shuto- Haito)  Conseguenze: Lesioni al nervo uditivo, sordità temporanea, senso di vertigine, svenimento, fratturando la rocca petrosa: morte.

TEMPIA (3)
Colpi con piccola superficie, (seiken, ippon ken, nakadaka ken).
Conseguenze: Rottura della squama del temporale con probabile incuneamento della stessa nella materia cerebrale, paralisi, emorragia cerebrale, lesione ai vasi, morte

ORECCHIO (5)
Colpi piatti a larga superficie (Teisho, kumade, Hiji, Haito)  Conseguenze: Rottura del timpano, sordità.
PHILTRUM (Radice del naso) (7)
Colpi penetranti a superficie piccola e media.  Conseguenze: Frattura ossa nasali ed etmoide, eventuale commozione cerebrale, possibile morte.
OCCHI (4)
Conseguenze: cecità, emorragia.
COLLO (10)
Colpi di ogni genere.  Conseguenze: Frattura dell'osso ioideo, lesione della trachea, arresto della respirazione, morte.
COLLO "LATERALE" (9)
Colpi di taglio lungo il muscolo sternocleidomastoideo:
Conseguenze: Lesione del nervo vago con conseguente alterazione del ritmo cardiaco, malessere abbassamento della pressione arteriosa, morte. Lesione del nervo frenico con conseguenti problemi respiratori, senso di soffocamento.
COLLO "POSTERIORE" (13)
Colpi di ogni genere sotto la base del cranio.
Conseguenze: frattura della II vertebra cervicale "epistrofeo" con conseguente paralisi, incuneamento del dente epistrofeo nel bulbo spinale con morte istantanea.

 

TORACE E ARTI SUPERIORI

 

CAVITA' SUPRACLAVICOLARE (12)
Colpi con piccola superficie nel punto di inserzione con il deltoide.
Conseguenze: Lussazione della clavicola, possibile lesione del nervo subclaviale, paralisi del braccio, lesione apice polmonare, lesione arteria succlavia, emorragia.
INSERZIONE DEI PETTORALI ALLE ASCELLE (17)
Colpi
penetranti, (shuto-keito- ippon ken)  Conseguenze: paralisi del braccio.
COSTE (23 e 24)
Colpi con piccola superficie.  Conseguenze: dolore intenso, frattura, arresto del respiro, lesione pleurica e polmonare con emotisi.
PROCESSO XIFOIDEO (16)
Colpi con piccola superficie  Conseguenze: Frattura dell'appendice xifoide, arresto della respirazione.
CUORE (Zona 16)
Colpi penetranti  Conseguenze: Alterazione del funzionamento del nervo vago con probabile k.o. e possibile arresto cardia
FEGATO (24)
Colpi portati sotto le fluttuanti nella parte ant dx.  Conseguenze: possibile emorragia interna con conseguenze più o meno gravi.
MILZA (24)
Colpi portati sotto le fluttuanti nella parte ant. sx.   Conseguenze: Stesse del fegato.
VERTEBRE CERVICALI E TORACICHE (13-14-18)
Colpi con piccola superficie.  Conseguenze: lesione alla colonna vertebrale con conseguente paralisi.
RENI (Zona 19)
Colpi vibrati portati tra la 10 costa e la cresta iliaca.  Conseguenze: lesioni renali, emorragia, blocco renale.
BRACCIA (17)
Colpi in controarticolazione, colpi penetranti nella cavità ascellare.  Conseguenze: Fratture, lesione dei vasi sanguigni, lesione ai nervi brachiali, paralisi del braccio.
AVAMBRACCIO (27)
Colpi penetranti a piccola superficie.  Conseguenze: Lesioni ai vasi sanguigni e ai nervi, fratture e dolore intenso.
Colpi penetranti.  Conseguenze: Lesione del nervo radiale e ulnare.
OSSA DELLA MANO E DITA (30-31)
Colpi in schiacciamento e in controarticolazione.  Conseguenze: Contusioni, lussazioni, fratture.

 

ADDOME E ARTI INFERIORI

 

ADDOME ANTERIORE (25)
Colpi penetranti all' inguine e vicino al pube.  Conseguenze: Lesioni viscerali, peritonite traumatica, rottura della vescica se piena.
ADDOME POSTERIORE (20)
Colpi a piccola superficie sulle vertebre.  Conseguenze: frattura del sacro, lesioni al retto.

TESTICOLI (22)
Ogni genere di colpi.  Conseguenze: Urchite, arresto della respirazione, morte.
ARTI INFERIORI (32)
Colpi penetranti alla superficie mediale della coscia   Conseguenze: dolore intenso, lesioni all'arteria femorale e

 

 vena safena.

SETTE AREE PROIBITE

 

SUTURA CORONOIDE (1)

Linea di congiunzione tra l'osso frontale e le ossa parietali del cranio. La morte viene causata da un violento trauma all'encefalo e da una stimolazione dirompente dei nervi cranici.

TERZO SPAZIO INTERVERTEBRALE (13)

La perdita di conoscenza viene causata da un violento trauma all'encefalo, ai nervi cranici e alla spina dorsale, producendo una perdita delle funzioni sensoriali e motorie.

CONCAVITA' DIETRO LE ORECCHIE (5-6)

Tra il processo mastoide e la mandibola inferiore. La perdita di conoscenza viene causata da un trauma ai nervi cranici e alla spina dorsale, che si risolve nella perdita delle funzioni sensoriali e motorie.

INCAVO SUPRASTERNALE (11)

La concavità sulla superficie anteriore del collo al di sopra dello sterno. La morte o la perdita di conoscenza sono causate da un trauma che si risolve nel blocco della trachea.

ESTREMITA' DELL'UNDICESIMA COSTA FLUTTUANTE (24)

La perdita di conoscenza è causata da un violento trauma allo stomaco e alla milza sul lato sinistro, che produce una perdita della funzione nervica associata al cuore e ai polmoni. I traumi violenti al lato destro colpiscono il fegato e si risolvono nella perdita della funzione nervica associata al fegato e ai polmoni.

TESTICOLI (22)

La perdita di conoscenza viene causata da un violento trauma ai nervi e alle arterie di questa delicata zona, che provoca gonfiore dei testicoli e produce una perdita della funzione motoria e della capacità respiratoria. Un trauma penetrante al nervo prostatico può provocare la morte.

CUORE (Zona 16)                 

Un trauma violento a qualunque punto vitale correlato al cuore ha un effetto dirompente su altri organi interni e sul sistema nervoso che porta alla perdita di conoscenza e/o di respirazione.  

 

EFFETTI RITARDATI

 

PUNTI VITALI (detti del Topo)

La morte nell'arco di un giorno può essere causata da un violento trauma alla parte mediale del collo del piede tra i tendini dell'alluce e del secondo dito sull'arteria dorsale dell'alluce (36),  all'arteria carotidea (tra 9-10),  alle arterie temporomandibolari situate sul limite superiore dell'arcata zigomatica, nella depressione che può essere avvertita sull'osso (zigomi),  oppure allo zigomo direttamente al di sotto dell'angolo esterno della palpebra.

PUNTI VITALI (del Bue)

Si può provocare la morte entro quattordici giorni traumatizzando l'arteria carotide ed il nervo sublinguale, che è situato tra il muscolo sternocleidomastoideo e l'osso della clavicola, (ma solamente quando la testa viene tirata indietro),  l'arteria calcanea esterna sulla parte sporgente della caviglia proprio la di sotto del malleolo laterale (35),  l'arteria tibiale ed il nervo peroneo profondo,  l'aorta del tronco celiaco al punto dell'ombelico (zona 21), oppure l'arteria temporale proprio al di sotto dell'attaccatura dei capelli (zona 13). 

PUNTI VITALI ( della Tigre)

Si può causare la morte entro venti giorni traumatizzando l'arteria carotide ed il nervo sublinguale tra il muscolo sternomastoideo e l'osso della clavicola (ma solo quando la testa viene rovesciata all'indietro zona 12),  l'arteria mammaria interna proprio sotto il capezzolo,  o l'arteria malleolare esterna alla caviglia (35)

PUNTI VITALI (del Coniglio)

Si può causare la morte in un solo giorno mediante un trauma violento alla anastomosi grande dell'arteria femorale nella depressione anteriore rispetto al muscolo semimembranoso e semitendinoso che si trova dietro il condilo mediale della tibia,  all'arteria perineale trasversa, situata tra l'ano e lo scroto (zona 22),  all'arteria brachiale,  oppure all'arteria etmoidale anteriore o al nervo cranico situato sulla fontanella anteriore (2)

PUNTI VITALI (del Drago)

Una persona muore senza riuscire a fare sette passi se viene violentemente traumatizzata all'arteria ricorrente tibiale posteriore situata sul limite inferiore del condilo mediale della tibia (zona ginocchio ant.),  all'arteria coronaria superiore situata a livello del philtrum (7),  e all'arteria carotide o alla concavità situata dietro l'orecchio nella depressione tra il processo mastoideo e l'osso timpanico (zona 6).

PUNTI VITALI (del Serpente)

La morte è assicurata entro tre anni dalla traumatizzazione dell'arteria tibiale posteriore (tra 34 e 35),  o dall'arteria malleolare esterna (35),  della sutura coronoide (1),  o della punta del processo xifoideo (16)

PUNTI VITALI (del Cavallo)

Si può causare una paralisi indefinita mediante un violento trauma alla vena poplitea precisamente tra i tendini del bicipite femorale e i muscoli semitendinosi (fine zona 32),  all'arteria articolare esterna inferiore nella depressione superiore dell'epicondilo laterale dell'osso del femore,  o alla sutura coronoide (1).

PUNTI VITALI  (dell'Ariete)

Si può causare la morte entro un anno traumatizzando violentemente l'arteria brachiale (zona 27),  l'arteria del tronco celiaco lateralmente all'ombelico (zona 21),  e la sutura coronoide (1).

PUNTI VITALI (della Scimmia)

La morte entro due settimane viene causata da un violento trauma all'arteria femorale profonda e al nervo laterale situato sul bordo centrale delle ossa  della sinfisi pubica (zona 21-25).

PUNTI VITALI (del Gallo)

La morte entro due giorni viene causata da un trauma violento alla vena rimasta senza nome nel terzo spazio intercostale (zona 15-16),  mentre si comprime l'arteria ulnare profonda al centro del palmo tra il terzo e il quarto metacarpale (zona 30-31).

PUNTI VITALI (del Cane)

Morte entro tre giorni se si traumatizza con violenza l'arteria epatica laterale alla linea mediana ed un cun al di sotto del livello dell'ombelico,  l'arteria calcanea esterna della parte sporgente della caviglia direttamente al di sotto del malleolo laterale (zona 35),  o l'arteria plantare nella depressione situata sul bordo mediale anteriore del piede al livello del bordo distale inferiore dell'osso navicolare.

PUNTI VITALI (del Cinghiale)

La morte entro una settimana viene causata da un violento trauma simultaneo nella zona al di sopra dei capezzoli situata sul terzo spazio intercostale.

 

 

 

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